Dalla preghiera ad un’idea ……apparentemente un sogno
Il progetto Bet Noah nasce dall’esperienza famigliare dei coniugi Fabio e Rosi, venti anni di vita coniugale vissuti nella piccola canonica della chiesa medioevale di Castelguelfo in provincia di Parma (un rudere interamente ristrutturato, ricevuto per disposizione del Vescovo di Parma, al tempo Mons. Don Benito Cocchi) per dare ospitalità a persone in difficoltà di ogni età per i primi cinque anni(senza fissa dimora, malati in trattamento psichiatrico, immigrati, esiliati politici, carcerati in libertà condizionata, tossicodipendenti, ragazze madri, anoressiche, donne maltrattate, donne schiave della prostituzione, famiglie senza casa, disabili fisici, alcolisti in trattamento terapeutico, pellegrini ed in ultimo i minori in trattamento giudiziale), e per i minori in trattamento giudiziale negli anni successivi.
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Il pensiero progettuale prende forma in seguito alla rielaborazione dell’esperienza maturata in seguito ai primi quindici anni di accoglienza, riflessione posta alla luce del testo biblico. L’intensa esperienza, associata agli studi teologici e alla lingua ebraica, meditati attraverso la preghiera del salterio, hanno di fatto posto le origini ad una idea progettuale che si sarebbe concretizzata nei dieci anni successivi.La riflessione sulla Parola rilevava come elemento base il ruolo dell’uomo nel creato ordinato, aspetto evidenziato nella parola “custode” (vds “shomer” all’allegato 1), elemento che compare in Ge 2,15. Una visione antropocentrica in cui l’uomo non è posto quale dominatore del creato ma come protagonista – custode di un bene di cui ne dispone l’uso senza esserne il legittimo proprietario.
A questo primo aspetto si associava il ruolo di Noah (vds “riposo” all’allegato 1) quale traghettatore dell’umanità verso nuovi approdi, l’uomo che apre le porte della speranza per la stirpe umana, l’uomo che trova grazia agli occhi di Dio (Ge 6,8), l’uomo depositario dell’alleanza tra Dio e l’umanità.
Proprio in questa figura si concentra il pensiero progettuale, prendendo spunto dal contesto di violenza in cui viveva (Ge 6,12-13) e di come in relazione alla sua rettitudine Dio lo abbia prescelto (Ge 6,8 e 6,14) quale traghettatore della vita (famigliari ed animali), conducendolo mediante l’arca da una condizione di morte ad un luogo di vita (Ge 8,16).
Noah, espressione del “riposo” di Dio, assume così il ruolo dell’archetipo della speranza, di colui che custodisce in primis la famiglia (Ge 6,18 – 8,16 – 8,18) e quindi gli altri esseri viventi (Ge 6,19 – 8,17 e 8,19).
In quest’ordine cosmico Noah diventa espressione di custode della famiglia e degli esseri viventi. Da questa espressione ne consegue un’idea di progetto che ricollochi la famiglia nella sua centralità ed essenza, quale elemento fondamentale per la custodia del genere umano (in ogni fase della vita), e attraverso i suoi comportamenti virtuosi un modello di tutela per tutti gli esseri viventi. Questo aspetto rinnova il ruolo del “custode”, così anche la famiglia diventa pensiero per il futuro, idea che si fa realtà, capace di progettare il futuro sostenibile, una prospettiva in piena armonia dove vita ed ambiente si fondono in un ordine che si auto rigenera in pieno equilibrio.
In pieno corso evolutivo si è verificato un evento che avrebbe significativamente segnato tutto il percorso progettuale, e dal quale ancora oggi se ne trae benefici. Rosi si è ammalata di un male incurabile e nel 2009, dopo 17 mesi di cure ha fatto ritorno alla casa del Padre. Un evento che da un lato ha rallentato il processo progettuale, ma il modo con cui Rosi ha affrontato la sofferenza e soprattutto il suo appuntamento con la morte, hanno impresso una nuova energia all’anima di Bet Noah, ricollocandolo alla luce della sofferenza e della morte, in una chiamata vocazionale dove credere nella famiglia significa costruire futuro.
Dall’idea………… il progetto diventa realtà
Passare dall’idea alla realtà, dal pensiero alla messa in pratica si è rivelato un processo faticoso che ha richiesto costanza, impegno e collaborazione all’interno di una rete di sostenitori e collaboratori che hanno condiviso questi aspetti, in un percorso fondato sulla piena fiducia nella parola quale garanzia sugli obiettivi in essere.Il 28 gennaio 2003 nasce l’associazione Onlus “Famiglia Aperta”, quale promotore del progetto Bet Noah,il 31 maggio 2005 viene acquisita la proprietà dell’attuale sede,il 28 gennaio 2010 nasce la Fondazione Onlus “Santa Lucia” attuale gestore del patrimonio inerente il progetto.
Così prende forma il progetto Bet Noah (vds allegato 2). Un progetto il cui ideale trasformato in realtà poggia su tre elementi portanti: Famiglia, Ambiente ed Energia.
- Famiglia nelle sue differenti espressioni, a partire dalle esortazioni di Papa Giovanni paolo II: “Famiglia diventa ciò che sei”. Un progetto in cui Dio si serve di un uomo e di una donna per dare forza e continuità ad un progetto cosmico. L’accezione divina si riflette nel ruolo sociale che la famiglia riveste, quale ambiente di vita naturale in cui vengono depositati i saperi intergenerazionali, in cui si accoglie e si accompagna la vita dal suo sorgere al suo termine. Un importante compito (ma non è il solo) è proprio legato all’accoglienza di ogni nato, accoglienza che va oltre il legame di sangue e che colloca la famiglia in un ruolo sociale importante per accompagnare ciascun uomo dall’esordio alla vita fino alla completa autonomia. Famiglia quale fonte di speranza per il futuro, paradigma in cui le relazioni esprimono la loro funzione generativa. Bet Noah si ritiene una famiglia di famiglie, in cui la singola unità famigliare mantiene la sovranità all’interno del proprio spazio funzionale.
- L’ambiente quale ambito in cui dell’uomo vive e da continuità alla propria storia. L’ambiente come spazio vitale della comunità umana, in perfetto equilibrio armonico. L’uomo ospite del creato per il quale può disporne ad uso e consumo, ma oggi sempre più la biosfera sta subendo rapidi cambiamenti a causa dell’azione dominante dell’uomo, cambiamenti che, se non vedranno ritornare l’uomo nel suo essenziale ruolo di custode, andranno sicuramente a rendere complessa la condizione di vita sul pianeta o addirittura come previsto da alcuni studiosi a pregiudicarne la sussistenza.
Il progetto Bet Noah ha assunto l’ambiente come obiettivo fondante, gli investimenti, le scelte operative, le tecnologie adottate, hanno sviluppato questo pensiero, attraverso tre aspetti principali: non sprecare (acqua,energia,risorse), ridurre il fattore inquinante (emissioni CO2, riutilizzo, riciclo), impiegare ciò che l’ambiente è in grado di offrire senza interromperne gli equilibri (energie rinnovabili). Con queste premesse sono sorte tre strutture (una ancora da ultimare) destinate all’accoglienza di minori in affido famigliare, esperienza in piena attività da quattro anni.
- L’energia vista come aspetto integrante dell’evoluzione umana, il cui impiego intelligente, a partire dalla sua produzione, può ancor più favorire l’integrazione dell’essere umano con l’ambiente. L’energia pensata ed impiegata per una qualità alta della vita (omeostasi ambientale), da non sprecare, a prescindere dalle disponibilità economiche del consumatore, prodotta limitando il più possibile i danni ambientali (impronta ecologica) con le relative ripercussioni sulla biosfera, fornita in natura (impiego delle rinnovabili), prodotta sul posto evitando il più possibile i trasferimenti, ceduta alla collettività quando non utilizzabile. Un programma energetico in cui l’uomo integra con l’ambiente le sue prospettive future, generando una prospettiva in cui ambiente-Creatore-uomo (cosmoteandria) si fondono in una prospettiva di armonia e comunione.
La mission
Un’esperienza in cui recuperare nel quotidianoquei valori e quelle pratiche di solidarietà e mutuo aiuto che permettono di tessere una rete di relazioni più ampia. Un sistema di vita, dove non sarà importante guadagnare o produrre di più,ma sostenersi tra persone che intendono condividere sogni ed aspettative, dove i beni relazionali assumono l’aspetto prioritario di tutte le scelte in essere.
Ciò rappresenta un modello che intende leggere il passato per coglierne gli aspetti più significativi per ricollocarli in un prospettiva capace di guardare al futuro con speranza, consapevole dei problemi del tempo e non omologabile alla cultura dominante, in cui i rapporti di prossimità e vicinato valorizzano l’unicità dell’esperienza umana.
Una realtà capace di cogliere le sue differenti interpretazioni come ricchezza da condividere, in cui gli abitanti vivono da custodi l’ambiente naturale di cui dispongono.
Le modalità adottate
In riferimento alla complessità progettuale il progetto ha adottato delle linee operative in relazione agli obiettivi.Una prima opzione è legata agli step progettuali. Ogni singolo passo viene scomposto ed analizzato quindi condiviso tra le persone coinvolte prima di renderlo operativo.Un altro aspetto fondante e quello legato alla sovranità famigliare. Condiviso il progetto nelle sue molteplici declinazioni, ciascuna famiglia è sovrana rispetto alle scelte interne ad essa.La formazione in itinere associata al confronto in equipe sui diversi temi (famiglia, educazione, progettazione, programmazione, preghiera, sicurezza, formazione, ecc.) che toccano l’esperienza del quotidiano.La condivisione con momenti specifici dedicati allo stare insieme, dalle cene condivise ai momenti ludico ricreativi e di carattere confessionale e/o culturale.
Un aspetto importante elaborato nel corso dei primi tre anni di attività del progetto Bet Noah consiste nell’aver messo a fuoco che l’obiettivo prioritario del progetto è la “Ricerca”.
La sostenibilità
Il progetto Bet Noah nasce da un processo elaborato dall’associazione famiglia aperta.Gli investimenti effettuati nella fase di realizzazione delle strutture destinate alle famiglie per l’accoglienza dei minori, unite all’investimento iniziale per l’acquisto della proprietà dei terreni e di un immobile pre-esistente, hanno costituito un solido banco di prova in cui si è potuto sperimentare il valore della provvidenza. Il 40% dell’investimento è stato effettuato con il supporto di istituti di credito, circa il 20% grazie alle donazioni in merce, beni materiali e ore di lavor gratuite, il 10% con finanziamento pubblico, un altro 5% con prestiti infruttiferi e il rimanente 25% con autofinanziamento grazie ad azioni di fund raising promosse dall’associazione unite a piccole donazioni.Sotto il profilo gestionale circa l’80% deriva dall’attività di accoglienza minori, il 12% dal contratto con il GSE perla produzione di energia da donti rinnovabili ed il rimanente da attività promozionali e donazioni.
Progetti per il futuro….semi di speranza
Tra le prospettive di Bet Noah (villaggio della speranza) la più attesa è la promozione / diffusione culturale del pensiero e della filosofia della sua mission (semi di speranza). Il percorso lungo e difficilmente stimabile per i costi che comporta in relazione alle risorse disponibili, ha favorito la definizione di due livelli progettuali:- a breve termine Rispettivamente i progetti che diventeranno operativi nei prossimi anni a venire sostenibili con le risorse preventivabili in ordine alle attività in essere:realizzazione di un campo scout permanente attrezzato per i differenti livelli progetto casa della misericordia, per l’insediamento a rotazione annuale di una giovane coppia che possa fare esperienza di condivisione con le famiglie già operative attuazione dello zoo rurale con gli animali dell’areale da promuovere per le scuole attività di formazione aperta all’esterno sui temi della famiglia, dell’educazione, della spiritualità, dell’ambiente e dell’energia (progetto “a scuola dell’arca”)
- a lungo termine
Progetti significativi per impegno di risorse, competenze ed investimento umano. Tra questi si evidenziano:
- insediamento di n.5 nuclei famigliari per il completamento del villaggio
- realizzazione di un museo dell’energia e di fisica edile per le scuole di ogni grado,
- progetto sul turismo sociale perla realizzazione di una struttura (55 posti letto) recettiva dedicata all’ospitalità di famiglie, scolaresche, gruppi di giovani, associazioni, scout, per la promozione del progetto integrato con le opportunità del territorio (storiche, culturali, monumentali, ambientali)
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