Il Progetto Bet No@h è stato sviluppato in seguito all’acquisto dell’immobile denominato “Case Burattini” sito in Strada Santa Lucia N. 81, località Sant’Andrea frazione del Comune di Medesano (PR), concesso in usufrutto all’Associazione Onlus “Famiglia Aperta” dall’acquirente fu Sig.ra Caggioli Rosa, all’atto del rogito (30/05/2005).

La prima elaborazione del Progetto è stata redatta tra l’autunno 2005 e la primavera 2006.

Nel corso del 2006 e la primavera del 2007, il Progetto iniziale è stato oggetto di approfondite riflessioni, di articolate e ripetute analisi e di proposte integrative, supportate in particolare da diversi interlocutori (tra i quali diversi soggetti con competenze professionali), che in differenti modalità hanno contribuito alla sua rielaborazione, introducendone progressivamente le modifiche, fino a giungere al seguente elaborato conseguentemente alla costituzione della Fondazione (28 gennaio 2010).

1^ FINALITÀ PROGETTUALI

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I primi sette anni di attività dell’Associazione (dal 2003 al 2009), hanno costituito, e costituiscono, una fonte essenziale su cui gettare le premesse per il lavoro di progettazione e sviluppo del progetto Bet No@h.

In questo primo periodo di vita, l’Associazione ha avuto modo di confrontarsi e sperimentarsi in diversi aspetti che caratterizzano la propria vocazione e missione, per cui le azioni intraprese hanno fatto riemergere, contestualmente ai tempi ed alle necessità, il bisogno di un confronto sull’identità dell’Associazione “Famiglia Aperta” (chi siamo, da dove veniamo, cosa e perché agiamo, dove vogliamo andare e cosa vorremmo conseguire). Allo stesso tempo, senza averlo propriamente definito come obiettivo, questi processi hanno stimolato per via indiretta, la crescita della consapevolezza delle proprie azioni, per rapportarla a principi di ordine etico e valoriale, poi tradotti in termini di orientamento del proprio agire, permettendo così lo sviluppo efficiente ed efficace delle proprie azioni.

I documenti identificativi (Atto Costitutivo e Statuto, Bilancio Sociale 2003, Bilancio Sociale 2004/05, Progetto Educativo, Carta dei Servizi, Carta dei valori del volontariato) assumono un valore essenziale quale base su cui si fonda la MISSION del progetto BETNOAH. Sulla riflessione nata dai documenti citati, nasce il cuore della mission di Betnoah, costituita dal valore fondamentale del Capitale Sociale.

Con il termine Capitale Sociale si intende l’insieme delle relazioni capaci di generare fiducia, cooperazione e reciprocità all’interno del sistema sociale in cui l’organizzazione esprime il proprio pensare ed agire. Beni relazionali che esprimono in sé un valore aggiunto insostituibile, tale per cui beni e servizi sono incorporati nelle stesse relazioni.

Inoltre le organizzazioni attive nel progetto Bet Noah, hanno sempre più assunto consapevolezza sui benefici prodotti dai beni relazionali, includendo tra i beneficiari:

  • Coloro che sono nello stato di bisogno (portatori manifesti del disagio):
    • perché contribuiscono in maniera significativa al superamento dei bisogni, producono nuove prospettive di vita e generano bene comune inteso come il prodotto dei beni individuali;
  • Coloro che si trovano in una condizione di non bisogno:
    • in quanto migliorano le relazioni tra le persone aumentando il clima di fiducia tra le stesse, favoriscono la crescita della reciprocità nonché l’autostima di coloro che prendono parte ai processi relazionali.

Il cammino svolto in questi anni ha posto in risalto come l’attività sociale tende a produrre Capitale Sociale, ma allo stesso tempo ne consuma in parte per l’espletamento delle proprie funzioni, pur mantenendo un bilancio attivo tra quello generato e quello consumato.

Nello specifico il progetto è consapevole di generare all’interno del suo agire tre tipologie di Capitale Sociale:

  • un primo tipo riguarda le relazioni che si sviluppano tra i Soggetti che vengono ad interagire all’interno del gruppo di appartenenza, nello specifico i Soci, gli Operatori ed i Volontari che gravitano sulle attività;
  • un secondo tipo riguarda in particolare i destinatari delle azioni in essere, ossia i minori accolti e le loro famiglie, i giovani, la rete delle famiglie ed altri soggetti che in forme diverse beneficiano delle competenze promosse dall’ambito associativo;
  • un terzo tipo di Capitale Sociale è riferito alla capacità e sostenibilità delle organizzazioni Onlus nel generare reti di collegamento tra Soggetti, intesi sia come singole persone sia in forma organizzata, che interagiscono nel territorio.

L’intento produce un duplice effetto:

in prima battuta tende a migliorare i processi relativi la lettura del disagio, le competenze in risposta ai bisogni e le azioni adeguate in termini di efficacia ed efficienza. Questo tipo di Capitale Sociale, genera un secondo effetto, quello di creare un clima di fraternità, intendendo con il termine fraternità, una forma di relazione tra persone che permette:

  • di fare risaltare le diversità soggettive e quindi i singoli carismi, in un clima di pari dignità e nel pieno rispetto dei diritti fondamentali di ciascuno;
  • al singolo individuo di acquisire nuovi strumenti ed elementi tali, che gli permetteranno di uscire dal stato di bisogno e diventare di conseguenza risorsa per gli altri, intesi sia come persone che interagiscono in una sfera relazionale ristretta (amici, colleghi, famigliari), sia in termini di comunità territoriale (rete relazionale allargata comprese le Istituzioni).

Dalle osservazioni svolte in riferimento al Capitale Sociale emergono due fasi di carattere temporale.

Una prima fase (triennio 2003/2005) riferita al primo triennio di attività, in cui il Capitale Sociale prodotto è riferito a quello di primo e secondo tipo. In questo periodo le attività sono più orientate ai bisogni determinati dalla Comunità Famiglia e alle persone incluse nei processi che fanno riferimento ad essa.

Una seconda fase (quadriennio 2006/2009) in cui l’Associazione prende coscienza delle proprie risorse in termine di competenza e sostenibilità rispetto ai bisogni esterni la C.F.. In questo periodo si rafforzano le espressioni riportate nella prima fase e si sviluppano i processi che tendono a generare Capitale Sociale del terzo tipo.

La sostenibilità dei processi posti in atto dall’Associazione ha richiesto un forte investimento in termini di risorse umane, con il relativo consumo di Capitale Sociale, ma allo stesso tempo, ha generato nuovi ponti o reti di relazioni (produzione di Capitale Sociale) che hanno contribuito enormemente alla produzione del presente Progetto.

Potremmo in sintesi esprimere Bet No@h, come il prodotto di tutti i processi relazionali che hanno caratterizzato la vita dell’Associazione a partire dalla sua nascita, e ancor di più, dalle significative esperienze individuali antecedenti il 2003 di cui i singoli sono portatori, che hanno contribuito in modo decisivo alla crescita dell’associazione “Famiglia Aperta”.

“Generare Capitale Sociale” è lo slogan in cui si potrebbe riassumere la finalità centrale di Bet No@h, e sicuramente, al suo interno, la famiglia vive il ruolo di privilegio identificabile come Capitale Sociale Primario in grado di rinnovarsi e di contagiare le componenti di prossimità.”

Tutti gli elementi, le strutture e le modalità su cui poggia il Progetto includono come elemento fondante la relazione tra le persone (beni relazionali), non solo intesa come entità integrativa dei ruoli e delle competenze di ciascuno, ma soprattutto come cura della sua qualità, continuità e sostenibilità nel tempo.

Generare Capitale Sociale (beni relazionali) diventa quindi centrale al modo di pensare, di progettare e di integrare i diversi modelli fonte di relazione sociale, proiettando le attese verso un modello di vita sostenibile, capace di:

  • generare fraternità e quindi reciprocità tra le persone coinvolte, attente ai bisogni del vicino e disponibili ad attivarsi per sostenerlo;
  • offrire gli strumenti ed il sostegno con le modalità idonee al fine di consentire ai singoli di uscire dal bisogno stesso, trasformandosi al loro volta in soggetti capaci di generare Capitale Sociale;
  • esprimere solidarietà verso l’esterno;
  • presentare modelli di vita ripetibili, in cui il ruolo della persona è comunque sempre collocato al centro, e l’attenzione alla qualità delle relazioni diventa l’elemento più significativo e sensibile del condividere.

Ai beni relazionali va associato il pensiero legato all’ambiente che ha caratterizzato non poco le scelte tecniche nella fase progettuale delle due nuove strutture realizzate nel 2010-2011.

Un pensiero che sposta l’angolo di osservazione dall’antropocentrismo all’ecocentrismo, attraverso una sorta di patto solidale con tutta la vita.

Questa posizione si attua con un pensiero volto alla riduzione massima degli sprechi (in termini di energia e di fattori inquinanti) siano essi attivi (condotte umane errate) a quelli passivi (rivolti in particolare alle tecnologie impiegate nei diversi ambiti). Un riequilibrio delle parti tra uomo e ambiente, in cui l’ecosistema esige non solo rispetto ma piuttosto inclusione nei processi di convivenza, in modo che l’elemento antropico e la biosfera ritrovino l’armonia nella convivenza.

Tutto questo rappresenta il cuore e punto di partenza, nonché la finalità prioritaria dell’azione progettuale di Bet No@h e quindi della mission della Fondazione che ne curerà lo sviluppo e la gestione patrimoniale.

Il Progetto nel suo insieme

  1. si propone di integrare gli orientamenti dell’Associazione con quelli della fondazione,
  2. prende a riferimento i Documenti Costitutivi l’Associazione e della Fondazione(Atto e Statuto),
  3. pone la centralità nella cultura del dono e nel ruolo della famiglia e di conseguenza, il tema dell’accoglienza della vita nelle sue differenti fasi (in particolare rivolta al disagio minorile), della cultura della condivisione, della formazione e del coinvolgimento esperienziale delle nuove generazioni, del rispetto dell’ambiente quale luogo essenziale per la vita
  4. colloca come aspetto essenziale l’armonia tra uomo e ambiente

Il progetto Bet No@h nella suo ultimo elaborato, riferito nello specifico alla domanda di sviluppo urbanistico presentata all’ufficio tecnico del Comune di Medesano nel dicembre 2007 ed approvata nel giugno 2008, ricalca diversi aspetti del Progetto iniziale, ma allo stesso tempo evidenzia nuovi modelli quali frutto di riflessioni in sede:

  • associativa (base sociale, organi statutari e Bilancio Sociale),
  • tecnica (riferita per lo più ad uno sviluppo armonico delle strutture in armonia con l’ambiente e nel pieno rispetto dello stesso),
  • sociale (raccogliendo i diversi stimoli che l’ambito sociale e gli eventi ad esso connessi hanno introdotto nella fase di studio),
  • di ricerca (rispetto a realtà già consolidate, ai cambiamenti in corso ed alle necessità in evoluzione continua).

Nell’ambito del programma di sviluppo progettuale, l’Associazione ha scelto di procedere per gradi alla messa in atto dello stesso, tenendo come riferimento le finalità costitutive dell’Associazione prima e della Fondazione successivamente, sottoponendolo alle stesse con rigore, ogni scelta operata in condivisione tra i Soci.

Bet No@h prevede, all’interno della proprietà della fondazione, la realizzazione di un campo scout permanente di 25/30 posti, con la molteplice finalità di promuovere tra le giovani generazioni il valore intrinseco della famiglia, dell’accoglienza della condivisione e della solidarietà nei confronti dei più deboli. Lo scoutismo per sua natura è già predisposto per un continuo confronto su questi temi, e potrebbe così diventare un’ulteriore opportunità di confronto e dialogo attraverso esperienze di rete condivise.

Bet No@h è inoltre una proposta didattica per le Scuole, infatti si propone come modello esperienziale riferito all’ambiente (flora e fauna autoctone), al patrimonio zoologico (specie animali protette dell’areale locale) e all’utilizzo delle fonti di energia rigenerabili, utilizzate per la gestione degli immobili.

Le finalità di Bet No@h prendono forma all’interno della fase progettuale, passaggio in cui l’Associazione individua gli ambiti / aree di intervento.

È nelle prerogative progettuali introdurre una significativa interdipendenza tra le diverse aree, ponendole in un contesto di reciprocità e connotandole in modo tale che ciascuna area assuma un ruolo complementare nei confronti delle altre, conferendo alla stessa un valore aggiunto nel sistema.

Nella visione globale ogni area assume un significato particolare e la ricchezza della sua specificità è particolarmente rafforzata dagli interventi in sinergia con le altre, dove comunque, la finalità progettuale ha come denominatore comune “Produrre Capitale Sociale”

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